sabato 22 settembre 2007
















































Le Notizie del giorno


Mutui le banche Esposte per 1,3 MLD di euro. In Italia la situazione della finanza e dell'economia italiana appare complessivamente..leggi tutto l'articolo




Ma come sta veramente l'economia USA: Le preoccupazioni e domande degli investitori, degli economisti e degli uomini politici sono in questo momento: riusciranno gli Stati Uniti a compiere un atterraggio morbido o subiranno un atterraggio brusco?.... leggi tutto l'articolo


Le Analisi Tecniche: Fiat, Enel, Telecom, Pirelli & C


Le Video Analisi: Mibtel

Le Notizie del Giorno

MUTUI LE BANCHE ESPOSTE PER 1,3 MDL


In Italia la situazione della finanza e dell'economia italiana appare complessivamente «rassicurante» e non compromessa dagli effetti della crisi dei mutui subprime. È quel che si legge nella nota diffusa dal ministero dell'Economia, al termine della riunione del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio che si è tenuta ieri ed è durata meno di due ore. «Sulla base delle relazioni svolte e degli interventi formulati nel successivo dibattito dai ministri partecipanti, il Comitato ha concluso che il quadro per l'Italia, nonostante le problematiche emerse, si presenta nel complesso rassicurante», si legge nella nota.

Nella sua informativa, che ha aperto l'esame della situazione, Draghi ha spiegato che dalle rilevazioni effettuate sinora è emerso che l'esposizione dei maggiori gruppi italiani verso il settore dei mutui subprime e Alt/A (categoria intermedia, per qualità dei prestiti, tra i mutui prima scelta e quelli subprime, caratterizzata da uno scarso livello informativo sulla situazione patrimoniale ed economica del debitore) è limitata, se si fa un confronto internazionale. Infatti, da un lato nessuno dei gruppi bancari italiani ha segnalato di aver erogato mutui di questo tipo verso controparti statunitensi; dall'altro, nell'insieme il valore dei loro investimenti che includono titoli collegati a mutui di seconda scelta è intorno al miliardo e 300 milioni di euro, vale a dire che non arriva all'1,5% del patrimonio di base del sistema. Nemmeno l'entità delle linee di credito accordate a "veicoli" finanziari attivi in questo settore desta particolare preoccupazione: si tratta di poco più di un miliardo e mezzo di euro (meno del 2 per cento del patrimonio delle banche). E, a fronte di queste linee di credito, i fondi che risultano utilizzati ad oggi non superano gli 80 milioni di euro.




I problemi, semmai, nascono da quelli che Draghi ha già definito i "turbamenti" del mercato internazionale. Si tratta cioè del fatto che dai mutui subprime la febbre si è propagata ai titoli strutturati e siccome la tipologia di questi prodotti finanziari è molto complicata, ed è difficile assegnare loro un prezzo perché non hanno quotazioni pubbliche, si verificano crescenti problemi di liquidità nel mercato dei titoli strutturati, con impennate degli spread e con ripercussioni negative sul valore dei titoli. Sono dunque questi effetti indiretti che possono creare problemi di redditività alle grandi banche internazionali. Come spiega la nota dell'Economia, alla parte informativa della riunione (per il resto, il Cicr si è occupati di ratificare alcuni decreti emanati d'urgenza dal ministro nei mesi scorsi) hanno preso parte anche il presidente della Consob, Lamberto Cardia e il presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini. Nell'insieme, è emerso che l'azione di squadra delle authorities, garantita dalle responsabilità di vigilanza per finalità, sta funzionando al meglio: così Consob ha chiesto e ottenuto che tutte le società finanziarie quotate in procinto di uscire con le loro semestrali offrano al mercato elementi di chiarezza sul livello delle loro esposizioni, dirette e indirette verso prodotti finanziari a rischio. Sempre in base ai risultati di prime verifiche condotte da Banca d'Italia, le vicende recenti non avrebbero determinato conseguenze per i fondi comuni: non risulta, infatti, che i fondi comuni mobiliari abbiano investito in titoli declassati o esposti al rischio di declassamento, secondo quanto pubblicato dalle agenzie internazionali di rating. A questo punto, tuttavia, entra in gioco un problema che in questo momento è sotto la lente d'ingrandimento anche delle autorità internazionali. Si tratta proprio del ruolo delle agenzie di rating e della loro capacità di rappresentare in modo tempestivo e veridico la situazione dei soggetti ai quali rilasciano pagelle.

Non a caso, alla riunione informale dell'Ecofin di Oporto, per la quale tanto il ministro dell'Economia, quanto il Governatore della Banca d'Italia sono partiti ieri sera (per discutere di rapporti banca-industria, come anticipato da il Sole-24 Ore, al Cicr non c'è stato tempo) il commissario Ue al mercato interno, Charlie Mc Creevy, parlerà proprio della necessità di approfondire il ruolo giocato dalle agenzie di rating e forse dell'opportunità di introdurre per questi soggetti qualche elemento di controllo di natura pubblicistica, come già si fa per le società di revisione.



Come sta veramente l'economia USA


Le preoccupazioni e domande degli investitori, degli economisti e degli uomini politici sono in questo momento: riusciranno gli Stati Uniti a compiere un atterraggio morbido o subiranno un atterraggio brusco? L’attuale crisi dei mercati finanziari rappresenta un problema serio e persistente o una temporanea impennata della volatilità? La Fed ritoccherà i tassi di interesse e queste politiche monetarie contribuiranno a prevenire l’hard landing dell’e conomia? Il resto del mondo riuscirà a sganciarsi dal rallentamento economico degli Usa?


Le probabilità per un atterraggio brusco dell’economia statunitense (una recessione economica) erano già alte prima della crisi e dell’impennata della volatilità nei mercati finanziari dell’� estate. La crisi, però, manifestatasi sotto forma di una seria stretta creditizia e della liquidità, aumenta le probabilità di un hard landing. Siamo di fronte a un circolo vizioso, dove un’e conomia Usa che continua a indebolirsi aggrava ancor di più la stretta nei mercati finanziari e dove la stretta delle condizioni creditizie e della liquidità nei mercati finanziari indebolirà l’e conomia con un ulteriore crollo degli investimenti immobiliari e un rallentamento dei consumi e della spesa in conto capitale delle aziende.


Il rallentamento dell’economia statunitense peggiorerà nei prossimi trimestri per diversi motivi. Gli Stati Uniti stanno attraversando la più grave recessione nel settore immobiliare degli ultimi 30 anni: la domanda e l’offerta di case di nuova costruzione scende drasticamente da un anno e per la prima volta dalla Grande Depressione i prezzi delle case sono scesi su base annua. Prezzi che scenderanno molto di più nei prossimi due anni – di circa un 15% – per via di cinque fattori che gonfieranno ancor più il già enorme eccesso di case di nuova e vecchia costruzione disponibili, già alto a livelli storici.






La stretta creditizia nei mutui ridurrà ulteriormente la domanda di case di nuova costruzione; milioni di famiglie che non onoreranno i mutui perderanno la casa e una volta rientrate in possesso di queste case le banche le riverseranno sul mercato incrementando un’offerta già eccessiva; nei prossimi 12 mesi sarà rinegoziato l’equivalente di mille miliardi in mutui a tasso variabile a tassi di interesse molto più alti e le famiglie che non saranno in grado di rinegoziarli o permettersi questi interessi più alti saranno costrette a vendere le case a prezzi stracciati; coloro che in condizioni patrimoniali non particolarmente agiate hanno comprato immobili a fini speculativi ora tenteranno di venderli anche se i prezzi scendono. Aspettatevi nei prossimi due anni una caduta dei prezzi degli immobili residenziali veloce e drastica.
Una crisi immobiliare non può comportare una recessione perché il settore rappresenta solo il 5% del pil, ma la valanga si sta riversando su altri settori: l’industria auto è in recessione, il manifatturiero rallenta, la domanda di beni durevoli legati alla casa (mobili, elettrodomestici) scende e l’occupazione e la creazione di posti di lavoro decresce.



Analisi Tecnica


 

ENEL


Si può notare come ENEL dopo aver superato la uptrend line con decisione ha fatto un back test intorno a 7,3 Euro. Dopo questo back-test ha rispreso il rally dove potrebbe arrivare intorno all'area 8,5 Euro.



 



 

PIRELLI


Ha Superato le resistenze intorno all'area 0,84 e si appresta a raggiungere il suo Target Price su base grafica intorno a 0,90 Euro.



 



 

TELECOM ITALIA


Telecom Italia Ha rotto con decisione la resistenza in Area 2,10 e si prospetta un rally che potrebbe portare il titolo intorno a 2,40 Euro.



 



 

FIAT


Fiat reagisce dai supporti in Area 18,5,rimanendo in area di congestione tra 18,5 - 20,0 Euro, può considerarsi una buona opportunità speculativa in questo momento, trovandosi nella base bassa della congestione a 18,90. Primo Target da raggiungere è in area 20 euro, mentre lo Stop Loss dovrebbe essere intorno all'area di 18,5 Euro, garantendo un Risk/Reward buono. Importante specificare che si tratta di una opportunità speculativa e che diverse indicazioni di investimento a lungo termine, si otterranno intorno a 20,4 Euro. mantenere per area 20. Operazione di tipo speculativo. Stop Loss Sotto i 18,5.



 

Video Analisi

Mibtel



Se si guarda il grafico con time frame mensile, settimanale o giornaliero, l'indice della borsa Italiana si appresta a testare una soglio molto delicata, la quale una volta superata, supporto intorno a 30.000 29.800 aprirebbe scenari preoccupanti.



 


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